Gli insegnanti grigionesi criticano la qualità della scuola

La carenza di personale è un problema diffuso, anche per gli insegnanti. Per poter coprire tutti i posti di insegnamento nei Grigioni, ogni anno vengono rilasciati permessi speciali. L'Associazione degli insegnanti cantonale critica questo approccio.

Ogni anno, il Dipartimento dell'educazione grigionese concede permessi speciali ai docenti che non hanno le qualifiche necessarie per insegnare. Ciò include casi in cui persone che hanno conseguito solo una laurea in educazione primaria insegnano nelle scuole secondarie, o in cui insegnanti di scuola materna insegnano nelle scuole primarie. Il dipartimento fornisce anche approvazioni individuali a coloro che non hanno una formazione pedagogica formale.

Solo grazie a questi permessi speciali è possibile garantire un numero adeguato di insegnanti.

Secondo la responsabile dell'Ufficio cantonale per la scuola popolare e lo sport, per l'anno scolastico 2023/24 sono previsti circa 2'300 insegnanti nel sistema scolastico cantonale. Di questi, 462 insegnanti hanno ottenuto di insegnare pur non avendo una formazione adeguata e 22 insegnanti non hanno alcuna formazione pedagogica. Queste 22 persone occupano complessivamente sette posizioni a tempo pieno.

Nora Kaiser, presidente dell'associazione degli insegnanti grigionesi (LEGR), ha espresso preoccupazione per gli attuali processi di approvazione, suggerendo che potrebbero compromettere la qualità dell'istruzione nelle scuole. Sottolinea che ci sono numerosi individui che lavorano a un livello per il quale non hanno le credenziali necessarie. Persone che possono essere frustrate perché non vengono pagati abbastanza per il lavoro che svolgono, semplicemente perché non hanno una laurea.

Le misure del Cantone per garantire la qualità

Chantal Marti-Müller, tuttavia, ritiene che la qualità possa essere garantita. Questa garanzia è ottenuta grazie al sostegno del team scolastico e del suo leader, nonché alla supervisione fornita dall'ispettorato e ai programmi di formazione necessari.

Il Cantone è attivo su più livelli. Ciò include interazioni dirette con i direttori scolastici, collaborazioni con i consigli scolastici e scambi con le associazioni scolastiche. Inoltre, gestiscono un portale online per le offerte di lavoro e hanno introdotto nuovi corsi all'alta scuola pedagogica. L'assicurazione della qualità è un altro aspetto fondamentale: le autorizzazioni vengono concesse solo per un periodo da uno a tre anni. Inoltre, le persone devono avere una formazione pedagogica comparabile e devono essere in grado di frequentare la scuola.

Nora Kaiser e Chantal Marti-Müller affermano che il compito di reclutare insegnanti è diventato sempre più difficile. Ciò è dovuto in parte alle caratteristiche linguistiche e geografiche uniche dei Grigioni. L'Ufficio per le scuole e lo sport riconosce l'urgenza di questo problema e si impegna a migliorare la situazione. Si stanno compiendo sforzi in collaborazione con i consigli locali e le parti interessate per affrontare le sfide.

Chantal Marti-Müller suggerisce che, sebbene sia facile criticare, sarebbe più utile se LEGR desse l'esempio per ispirare i futuri insegnanti. L'obiettivo finale è fornire a bambini e ragazzi opportunità di apprendimento e sviluppo. Nora Kaiser è d'accordo, ma sottolinea anche la necessità di un maggiore apprezzamento del lavoro svolto dagli insegnanti.

I docenti criticano la qualità dell'istruzione

Ritorno a scuola in Svizzera per una famiglia svizzera all'estero

La famiglia Stankowski, espatriata nelle Filippine dal 2018, è tornata in Svizzera per educare i propri figli. Da agosto Noel (10) e Micha (8) frequentano la scuola di Ittigen, nel Cantone di Berna. La famiglia e l'insegnante dei due bambini fanno il punto su un inizio piuttosto insolito del nuovo anno scolastico.

"Noel e Micha erano felicissimi di tornare in Svizzera, anche se non sapevano esattamente cosa aspettarsi, avendo trascorso buona parte della loro vita nelle Filippine", racconta la madre Barbara Stankowski.

Lei e suo marito Simon sono tornati in Svizzera con i due bambini nel giugno 2023, dopo aver trascorso cinque anni a Manila. La famiglia si è sentita ben accolta nella parrocchia in cui Barbara Stankowski esercita il suo ministero di pastora.

Simon Stankowski ha trovato un posto come insegnante in Alta Argovia. Per tre giorni e mezzo alla settimana insegna ai "minori non accompagnati richiedenti asilo".

Ma il motivo principale per cui gli Stankowski sono tornati in Svizzera è l'educazione dei figli. Noel e Micha vanno a scuola già da diverse settimane.

A casa, i due ragazzi rimangono piuttosto discreti sulla loro vita scolastica. "Nessuna nuova, buona nuova", sorride Barbara Stankowski. Tuttavia, i genitori constatano che ai figli piace andare a scuola e che questa dà il ritmo alla loro vita quotidiana, aiutandoli a reintegrarsi.

"Sono rimasta sorpresa dalla rapidità con cui Micha si è integrato. Ha fatto amicizia molto rapidamente", dice Michelle Wittwer, insegnante del terzo anno di elementari.

Più riservato per natura, Noel ha avuto bisogno di più tempo per trovare il suo posto. I suoi compagni sono nella stessa classe da molto tempo, quindi si conoscono bene. Ma ora il ragazzo ci è riuscito.

"Noel non era più abituato a stare in una classe di 20 alunni con un solo docente, quindi ha dovuto imparare a essere paziente", osserva il suo insegnante Damian Howald. Michelle Wittwer aggiunge: "Micha si copriva le orecchie con le mani. Era troppo rumoroso per lui e non riusciva a concentrarsi". A causa della pandemia di Covid-19, nelle Filippine i due ragazzi hanno svolto la maggior parte della loro istruzione scolastica a casa.

Poiché gli Stankowski parlano tedesco, Noel e Micha non hanno problemi con la lingua. Tuttavia, nelle Filippine Noel non ha avuto lezioni di francese, materia obbligatoria in Svizzera, e per questo riceve un'ora di sostegno a settimana. Nelle altre materie, i ragazzi non hanno particolari difficoltà.

Il diario di bordo della famiglia Stankowski

Barbara e Simon Stankowski tornano in Svizzera per educare i loro due figli Noel e Micha e noi li accompagniamo in questa avventura. Grazie al diario di bordo che la famiglia terrà, condivideremo con loro le tappe principali del ritorno e vi daremo consigli su come evitare le insidie nel percorso scolastico dei vostri figli in Svizzera. 

La loro vita dall'altra parte del mondo ha dato loro anche una serie di vantaggi. Noel e Micha hanno molte conoscenze generali e un'ottima padronanza della geografia per la loro età, sottolineano i due insegnanti. Hanno anche un buon livello di inglese.

La loro storia ha suscitato la curiosità dei compagni di classe, che sono rimasti colpiti dal loro percorso. "Micha ha parlato molto delle Filippine e ha spiegato, per esempio, che non tutti i bambini sanno leggere o scrivere", dice Michelle Wittwer.

Damian Howald è convinto che "vivere all'estero abbia dato loro una prospettiva diversa sul mondo, e questo è un vantaggio innegabile!". Un'opinione condivisa da Barbara e Simon Stankowski, che ritengono che un'esperienza interculturale insegni ad adattarsi a diversi ambienti.

Alcuni consigli per un inizio sereno del nuovo anno scolastico

La professoressa de Noel è anche convinta che, affinché i bambini possano integrarsi al meglio, il sostegno dei genitori sia essenziale: "Devono accompagnare i loro figli durante il processo di integrazione, chiedendo loro regolarmente come va la scuola e dedicando loro il tempo necessario, sia in classe che a casa".

Michelle Wittwer ritiene che possa essere utile spiegare ai bambini il sistema scolastico svizzero prima del loro arrivo a scuola, in modo che abbiano un'idea di ciò che li aspetta.

Secondo Damian Howald, anche l'età in cui i bambini tornano in Svizzera gioca un ruolo nell'integrazione. "Più sono grandi, più è complicato", avverte.

Ora che le prime tappe del rientro in Svizzera sono state superate, Barbara e Simon Stankowski possono condividere alcuni consigli.

Per esempio, pensano che sarebbe una buona idea stabilirsi in Svizzera prima delle vacanze estive. "L'ideale sarebbe tornare a metà maggio, in modo che i bambini possano andare a scuola prima della pausa estiva", dice Barbara Stankowski.

Ci sono altri fattori che possono facilitare un inizio sereno, come l'opportunità di conoscere la scuola e la classe prima di prendere posto sui banchi. Secondo Simon Stankowski, "questo elimina la paura dell'ignoto". Cita anche lo sport come modo per incontrare i futuri compagni di classe.

La famiglia Stankowski è certamente felice di essere tornata in Svizzera, ma prova ancora sentimenti contrastanti da quando ha lasciato le Filippine. "Avevamo la sensazione di aver deluso i nostri amici laggiù", lamenta Barbara Stankowski. "Qui siamo così privilegiati", aggiunge il marito.

La madre e i due ragazzi provano una certa tristezza quando guardano le foto del Paese in cui hanno vissuto cinque anni. Per il padre è meno difficile. Allo stesso modo, Barbara Stankowski ha avuto qualche rimorso nel godersi la vista panoramica delle Alpi bernesi dal loro appartamento, perché le mostrava ogni giorno "quanto il mondo sia ingiusto". "Personalmente, sono felicissimo, ribatte il marito, a Manila avevamo la vista su un muro!".

Anche se l'assenza è durata solo cinque anni, la coppia ha "disimparato" i modi di fare svizzeri. Fare la spesa al supermercato o navigare tra le numerose applicazioni dei loro telefoni è ancora una sfida.

"Siamo davvero contenti di aver sistemato qui i nostri mobili prima di partire, perché saremmo stati completamente sopraffatti se avessimo dovuto comprare di nuovo tutto", dice Barbara Stankowski.

La famiglia è rimasta sorpresa anche dalla quantità di oggetti che aveva messo da parte. "Abbiamo trovato quattro fruste da cucina e pile e pile di piatti. Nelle Filippine avevamo solo qualche piatto e un'insalatiera, ed era sufficiente".

+ La famiglia Stankowski è tornata in Svizzera per mandare a scuola i propri figli

Dalle Filippine alla Svizzera per studiare

Il maggior numero possibile di bambini dovrebbe essere integrato nelle scuole pubbliche. Un principio che si applica dal 2011. Basilea Città svolge un ruolo pionieristico nel modello di scuola integrativa e diversi insegnanti sono al limite

Essere un'insegnante di scuola elementare è il lavoro dei suoi sogni. Sandra Maître insegna da oltre 20 anni, ma ora sta raggiungendo i suoi limiti. Ci sono enormi differenze tra i suoi 18 alunni.

La composizione eterogenea della classe, da bambini con difficoltà di apprendimento a quelli molto dotati, le esigenze individuali e i programmi speciali richiedono molto dalla docente.

Praticamente tutti gli alunni della sua classe hanno bisogno di un sostegno speciale. L'insegnante ha quindi chiesto il sostegno della direzione scolastica. Non riusciva più ad affrontare da sola le esigenze quotidiane della classe.

Nel 2011 è stato introdotto un cambiamento nel sistema scolastico svizzero: il maggior numero possibile di bambini deve frequentare la scuola dell'obbligo e non frequentare piccole classi o scuole speciali. Anche i bambini con disabilità frequentano la scuola regolare quando possibile.

A seconda della diagnosi o delle valutazioni, i bambini ricevono lezioni aggiuntive. Questo dovrebbe facilitare l'insegnamento per i docenti di classe. I programmi speciali comprendono l'educazione speciale, la logopedia, la psicomotricità e l'educazione per talenti.

Simone Fassora

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In nessun altro luogo la scuola integrativa è stata introdotta in modo così rigoroso come a Basilea Città: il cantone svolge un ruolo pionieristico. Le piccole classi sono state completamente abolite. Il dibattito sul sistema scolastico di Basilea si è acceso da mesi: gli insegnanti vogliono riformare il sistema scolastico inclusivo e hanno presentato l'iniziativa "classe di sostegno".

Il dibattito sulle scuole inclusive è stato molto acceso dopo la loro introduzione nel 2011. Non tutti i cantoni hanno introdotto il sistema in modo così completo come Basilea Città. Gli effetti sono particolarmente evidenti nel distretto di Kleinbasel.

Le scuole Thomas Platter e Wettstein sono un melting pot: figli di accademici facoltosi, figli di rifugiati e figli di famiglie della classe media si ritrovano insieme - bambini istruiti e non istruiti siedono nella stessa classe.

Già l'anno scorso gli insegnanti hanno opposto resistenza. Nell'agosto 2022, hanno presentato l'iniziativa "Sostenere le classi" con 3'800 firme. Gli insegnanti chiedono più lezioni separate.

Uno dei membri del comitato dell'iniziativa è l'insegnante di scuola primaria Markus Harzenmoser di Kleinbasel. Ha molti anni di esperienza: insegna da quasi 40 anni.

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L'insegnante è preoccupato per lo sviluppo della scuola: "I bambini sono meno resistenti e meno indipendenti". Per lui, i corsi di recupero sono particolarmente utili per i bambini "psicologicamente segnati".

Harzenmoser suggerisce quindi che i bambini difficili dovrebbero recuperare temporaneamente in una classe più piccola e poi rientrare nella classe regolare. L'insegnante ritiene che in questo modo si alleggerisca la pressione sia sugli insegnanti che sui bambini.

Programma individuale - impegno amministrativo

La richiesta di Sandra Maître di maggiori risorse viene ascoltata. La direzione della scuola le affianca Paula Pfau. Attualmente sta completando la sua formazione pedagogica. Le due donne fanno di tutto per riportare la pace nella loro classe.

Ogni bambino lavora verso i propri obiettivi di apprendimento e, se necessario, riceve misure di sostegno individuali. Secondo gli insegnanti, il carico di lavoro amministrativo è aumentato in modo significativo, con riunioni extrascolastiche, discussioni e lavoro con i genitori che assorbono molto del loro tempo.

Sandra Maître e Paula Pfau pensano molto a come sostenere meglio i loro studenti. Cambiano la disposizione dei posti a sedere, mandano i bambini a meditare al mattino, installano protezioni per la vista e l'udito e organizzano una settimana scolastica nella foresta.

Le insegnanti ritengono che le lezioni in campagna hanno un effetto particolarmente positivo sui bambini. Poiché possono sfogarsi, improvvisamente è possibile fare di più che in un'aula angusta.

Nella scuola Wettstein, l'insegnante di quarta elementare Corina Büsch è alle prese con gli stessi problemi dei suoi colleghi. Gli insegnanti si scambiano regolarmente idee tra loro. Büsch soffre per la situazione insopportabile della sua classe.

Un esempio: la lavagna in classe è ricoperta dai peggiori insulti rivolti agli insegnanti. Lei si sente abbandonata.

Corina Büsch vorrebbe vedere un vero e proprio dialogo sul modello di scuola inclusiva: per lei, il sistema rimane un punto critico. Sandra Maître vede la soluzione in maggiori risorse e chiede il raddoppio del personale per le classi difficili. Con successo: la scuola sta aumentando il carico di lavoro di Paula Pfau per il prossimo anno.

Anche il Consiglio di Stato di Basilea Città ha reagito e vuole introdurre nuove misure entro il 2024/2025, come piattaforme di supporto o gruppi di sostegno. Il Dipartimento dell'Istruzione vuole che tutti i bambini possano tornare nelle classi normali.

Una cosa è certa: tutte le persone coinvolte vogliono solo il meglio per i bambini, ma le autorità e il personale docente non sono d'accordo su come questo dovrebbe apparire in termini concreti. La palla è ora nel campo dei politici.

Una scuola per tutti è possibile?

La scuola prepara davvero i bambini alla vita?

Formazione duale: ragazze sempre più interessate

In Ticino si rileva un tangibile aumento delle giovani che scelgono di intraprendere un apprendistato in azienda

Le ragazze risultano sempre più interessate a intraprendere una formazione duale. È uno dei dati salienti che emergono dal bilancio, illustrato a Bellinzona, dell’ultima campagna di collocamento in apprendistato e delle scelte dei giovani che lo scorso giugno hanno concluso la Scuola media. 

Per quanto concerne le consulenze - nelle scuole medie, ma anche in seguito con giovani adulti e adulti che intendono cambiare percorso, oppure specializzarsi dopo una prima formazione - nell’ultimo anno sono stati intrapresi 10’596 colloqui di orientamento, con un aumento di oltre 500 consulenze.

Nell’ottica dell’anno 2023/24 non si registrano cambiamenti sostanziali e le destinazioni possono essere così sintetizzate: alle scuole medie superiori si indirizza il 45%, alla formazione professionale il 43%, a corsi preparatori alla formazione professionale il 4%, a scuole specializzate il 3%. Altre scelte sono intraprese dal 3%, mentre il 2% ripete la quarta media.

Su 3’854 entranti nella formazione professionale, 1’371 hanno optato per una scuola professionale a tempo pieno e 2’483 un tirocinio nella forma duale scuola-impresa. Quanto ai nuovi contratti di apprendistato duale, 756 su 2’483 sono stati siglati da giovani che hanno concluso le medie in giugno. 

A fronte di una sostanziale stabilità delle cifre, si constata però un significativo aumento delle ragazze che hanno scelto di intraprendere un apprendistato in azienda: la relativa quota è infatti passata dal 25% del 2022 al 31% dell’anno corrente.

Per quanto infine riguarda i comparti economici interessati, i numeri nel commercio al dettaglio, nella logistica e nella polimeccanica sono in linea con quelli degli anni scorsi. In taluni settori, come per gli impiegati di commercio, la cucina, gli assistenti di farmacia e gli addetti alle cure sociosanitarie, il numero è stato invece superiore a quello del 2022. 

Nelle professioni dell’automobile, nell’edilizia e negli impianti sanitari è stato invece riscontrato un calo. Si tratta comunque di variazioni limitate che non consentono di stabilire se si tratti di un mutamento congiunturale oppure strutturale nelle scelte e nei settori che offrono posti di tirocinio.

RG 12.30 del 14.11.2023 - Più ragazze interessate all'apprendistato / RSI

14.11.2023: Ticino, sempre più ragazze scelgono il tirocinio

Sempre più ragazze scelgono il tirocinio

L'educazione civica a scuola fa discutere in Romandia

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In vista delle elezioni federali del 22 ottobre 2023, il ruolo del dibattito civico nelle scuole ha infiammato il canton Vaud. L'argomento è ancora più scottante perché l'educazione alla cittadinanza rimane vaga e disparata nella Svizzera francese e può quindi variare molto da una scuola all'altra. I sindacati degli insegnanti hanno quindi chiesto una base comune più chiara.

Un ricorso è stato inoltrato alla giustizia vodese contro la decisione di vietare qualsiasi dibattito politico negli istituti scolastici del Cantone in vista delle elezioni federali del 22 ottobre. Frédéric Borloz (PLR), consigliere di Stato responsabile dell'istruzione, aveva giustificato questa scelta con l'obiettivo di evitare qualsiasi "caccia al voto" durante il periodo elettorale.

Ma ciò che alcuni vedono come propaganda è difeso da altri come uno strumento per sviluppare il pensiero critico e la cittadinanza. Al di là delle divisioni partitiche, la controversia vodese solleva la questione della comprensione delle istituzioni e delle questioni politiche da parte dei giovani della Svizzera romanda.

"Mi piacerebbe saperne di più sulla politica, ma non so da dove cominciare. Sono un po' persa", dice una giovane vallesana appena diventata maggiorenne. Questo è solo uno dei fattori che possono spiegare la scarsa partecipazione dei giovani (18-24 anni) alle elezioni.

Eppure, l'educazione alla cittadinanza è sancita nel piano di studi romando. È quindi parte integrante del programma in tutti i cantoni. Ma il federalismo significa che ogni cantone ha il proprio sistema, quindi non tutti gli studenti sono sullo stesso piano.

Nel Giura, ad esempio, una lezione di Educazione generale e sociale (EGS) è prevista per quasi tutta la scolarizzazione, mentre nel Vallese l'educazione alla cittadinanza è pienamente integrata nelle altre discipline e non vi è dedicato alcun corso specifico.

Tutti i cantoni romandi sottolineano che le questioni di cittadinanza sono affrontate in modo interdisciplinare attraverso altre discipline, soprattutto storia, geografia, francese e scienze. In tutti i cantoni vengono inoltre organizzati e promossi eventi extracurriculari intorno alla vita politica.

La città di Vevey, ad esempio, organizza uno "speed dating" tra cittadini ed eletti comunali, in occasione della Giornata della democrazia.

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La prassi attuale è ritenuta soddisfacente dalla maggior parte dei dipartimenti competenti. Ma il sindacato degli insegnanti romandi (SER) e l'associazione nazionale degli insegnanti sono più critici. Per il presidente del SER David Rey, sarebbe necessario una pianificazione migliore nella griglia oraria.

Di conseguenza, nel confronto internazionale, gli scolari svizzeri si collocano "piuttosto in basso" in termini di conoscenza e partecipazione politica, secondo un importante studio internazionale del 2009. Una situazione paradossale, vista l'importanza della democrazia semidiretta nel Paese. Secondo David Rey, sarebbe quindi "interessante" per le autorità politiche stabilire "un quadro comune a livello della Svizzera romanda" per garantire una "base comune" agli studenti.

L'educazione alla cittadinanza fa discutere

La consapevolezza contro lo stress in classe

Bambini indisciplinati e classi irrequiete: sempre più insegnanti sono al limite. Come riportare la calma in classe e migliorare le relazioni? La consapevolezza può aiutare, come dimostra l'esempio di una classe di Bern Bümpliz.

"Sapevo che non avrei potuto fare questo lavoro così per il resto della mia vita". Otto anni fa, l'insegnante Nathalie Bühler si trovava a un punto di svolta: ragazzi difficili, bambini mentalmente stressati, sostituzione di colleghi assenti per burnout e la perdita di una persona cara nella sua vita privata. A un certo punto, tutto questo è diventato troppo per lei e non voleva che la situazione le sfuggisse di mano. Ecco perché ha deciso di concentrarsi sulla consapevolezza.

Ha completato un corso cosiddetto "MBSR": gestione dello stress attraverso la consapevolezza. Il programma si basa su tecniche di meditazione tradizionali la cui efficacia è stata scientificamente provata. Lì si rese conto per la prima volta di quanto fosse stressata a scuola. "Allo stesso tempo, mi sono resa conto che dovevo cambiare qualcosa nel mio rapporto con i bambini: non reagire in base alle emozioni, ma essere presente e percepire i bisogni dei bambini con una mente aperta", spiega l'insegnante. In questo corso ha imparato a prendere le distanze interiormente e a mantenere la calma anche nei momenti stressanti, cosa che ha avuto un effetto positivo sulle lezioni.

Mantenere la calma nei momenti di stress: anche i bambini dovrebbero fare lo stesso in classe. Bisogna concentrarsi, anche se i compagni a destra e a sinistra stanno parlando tra loro. Nathalie Bühler integra ora la consapevolezza nelle sue lezioni di quinta e sesta classe a Berna Bümpliz.

L'insegnante inizia ogni mattina con un esercizio di consapevolezza: i bambini si siedono tranquillamente in cerchio, chiudono gli occhi e si concentrano sul proprio corpo. Devono osservare senza giudicare. Se sentono qualcosa in una parte del corpo, possono mettere la mano su quella parte. Stare fermi e ascoltare il corpo - questi esercizi aiutano anche più tardi durante le lezioni, dice l'insegnante: "Ho notato che la capacità di concentrazione dei bambini si sta allungando, e allo stesso tempo possono ridurre lo stress".

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Dopo l'esercizio, ogni bambino racconta come si sente. Solo allora la classe è pronta per la matematica. "Queste transizioni sono importanti", afferma Nathalie Bühler. Una giornata scolastica è intensa per tutti, quindi sono importanti i momenti di calma in cui la classe fa qualcosa insieme per il proprio benessere. La consapevolezza del proprio stato mentale e di quello degli altri è un elemento fondamentale. Porta a un'interazione costruttiva con gli altri e con se stessi.

L'insegnante trova che la classe sia cambiata da quando ha integrato la consapevolezza nelle sue lezioni. "L'atmosfera della classe è cambiata e anche la comprensione reciproca".

Anche i suoi alunni lo confermano: "A casa non sempre si ha la possibilità di parlare dei propri sentimenti, quindi mi piace quando lo facciamo in classe", spiega Elsa. Anik dice che la consapevolezza ha cambiato la concentrazione della classe: "Al quinto anno eravamo molto poco concentrati, ma ora va molto meglio". Per Alec ora è più facile calmarsi: "Mi piace il fatto che facciamo gli esercizi ogni mattina, così dopo non sono più così nervoso e irrequieto".

L'insegnante lavora con il programma di consapevolezza MoMento, sviluppato appositamente per le classi scolastiche. È uno dei tanti programmi offerti agli insegnanti e alle famiglie per promuovere le competenze per la vita dei bambini.

Promuovere le competenze per la vita: anche questo è un obiettivo dichiarato del Curriculum 21. L'apprendimento socio-emotivo comprende la consapevolezza di sé, l'autocontrollo, le capacità relazionali e il processo decisionale responsabile, tutte abilità che possono essere allenate con la consapevolezza. Questi esercizi approfondiscono anche il rapporto con i bambini. "I bambini imparano meglio quando si sentono a proprio agio in classe", spiega Matthias Rüst, amministratore delegato di MoMento Swiss.

È fondamentale che l'insegnante sia un esempio di questi principi, trattando i bambini con calma e attenzione, ma anche con struttura e leadership. "I bambini imparano soprattutto dai modelli di riferimento".

Un altro tema importante in classe è il controllo degli impulsi. I bambini devono esercitarsi a regolare le proprie emozioni. Utilizzando il modello della mano del neuroscienziato Daniel Siegel, gli alunni imparano come funziona il loro cervello.

Il pollice premuto sul palmo della mano indica una situazione di pericolo. Il cosiddetto livello inferiore del cervello suona l'allarme e nascono sentimenti come l'ansia o lo stress. Ma cosa possono fare i bambini? Fare un respiro profondo. Poi il cervello si calma e può tornare a pensare razionalmente. MoMento la chiama "strategia della pausa".

Quando si fa un respiro profondo, le dita si posizionano in modo protettivo sul pollice, consentendo di agire con attenzione. Le dita simboleggiano il cosiddetto livello superiore, la corteccia cerebrale, che regola le emozioni. I bambini possono usare questo modello di mano per ricordarsi di questo "processo di calma" più volte.

Secondo Bühler, ciò ha un effetto, ad esempio, nello sport. In passato, se una squadra perdeva, i bambini si lanciavano oggetti l'uno contro l'altro. Oggi direbbero più facilmente: "Basta, è troppo per me". L'insegnante e i bambini oggi si sentono più a loro agio in classe. E quando le si chiede se le piace insegnare, Bühler risponde convinta: "Sì, molto!".